Informazioni
Gruppo: Argus
Anno: 2011
Etichetta: Cruz Del Sur
Contatti: www.myspace.com/theargus
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Abandoning The Gates Of Byzantium
2. A Curse On The World
3. Wolves Of Dusk
4. The Ladder
5. Durendal
6. 42-7-29
7. Boldly Stride The Doomed
8. Fading Silver Light
9. Pieces Of Your Smile
10. The Ruins Of Ouroboros
DURATA: 54:38
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Non senza un pizzico di orgoglio patriottico sento di citare il fatto che sia stata la nostrana Cruz Del Sur a prestare l'egida e a permettere agli Argus di centrare perfettamente il colpo per la seconda volta.
I musicisti coinvolti nel disco non sono certo dei novellini e il risultato è più che evidente: l'album si presenta come un insieme strumentale ottimamente amalgamato in ogni sua componente, le chitarre sono corpose e potenti (anche in fase solista) e vengono sorrette da un comparto ritmico assolutamente di qualità.
Le influenze sono molteplici ma convergenti verso un'unica finalità, una sempreverde commistione tra Doom e Heavy di stampo classico.
In più punti le energiche "A Curse On The World", "Wolves Of Dusk" e "Fading Silver Light" riportano alla mente le glorie di band del calibro di Grand Magus (merito anche della voce di "Butch" Balich che ricorda non poco quella dello svedese Christoffersson) e The Gates Of Slumber.
Tracce come "The Ladder" e "Durendal" strizzano invece l'occhio a un repertorio più classico, caratteristica che farà bagnare (e non solo di lacrime nostalgiche) chiunque ami la NWOBHM e che potrebbe trovare confronto in formazioni quali Witchfinder General e i mai troppo celebrati Pagan Altar (in particolare la seconda citata starebbe benissimo unita alla tracklist di quell'immenso capolavoro che porta il nome di "Mythical & Magical").
La malinconica "42-7-29" e la lunga "Pieces Of Your Smile" sono invece gli episodi in cui si fanno più presenti le influenze dei Trouble e un velo di occulto misticismo sabbathiano, doti che non possono che essere venerate nei secoli dei secoli.
Questo ricco platter viene chiuso dalla strumentale "The Ruins Of Ouroboros" che porta con sè sensazioni al limite con l'onirico.
In conclusione l'unica cosa che posso dire è che se "Boldly Stride The Doomed" non è un capolavoro, davvero poco ci manca.
Negli ultimi tempi gli amanti del Doom hanno (e continuano ad avere) cibo sostanzioso e di eccellente qualità con cui nutrirsi.
Gli Argus ne sono l'ennesima conferma.
Quindi se siete, come il sottoscritto, fanatici fruitori di tale vasto panorama musicale non perdetevi questo disco per nessun motivo.
Gli Argus hanno partorito un prodotto con standard davvero elevati, sarebbe un autentico reato lasciarselo sfuggire.