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lunedì 9 maggio 2011FESTER - Winter Of SinInformazioni Gruppo: Fester Anno: 2010 Etichetta: Abyss Records Contatti: www.myspace.com/festernorway Autore: Mourning Tracklist 1. Winter Of Sin 2. Sences Are The True You 3. The Ancient Gods Wore Black 4. Entering... 5. Victory!!! 6. Liberation 7. As The Swords Clinch The Air 8. A Dogfight Leaves A Trace 9. The Commitments That Shattered DURATA: 48:54 Nella mente di qualsiasi metallaro la Norvegia anni Novanta non viene ricordata certo per il death metal, eppure il territorio scandinavo regalava chicche non di poco valore, impossibile dimenticarsi di gente come i Cadaver e i Molested ad esempio, defilati vi erano pure i Fester, formazione mai troppo omaggiata ma che il suo onesto lavoro lo svolgeva eccome. Nell'operato di recupero dell'old school molte label ristampando danno la possibilità di venire a contatto con dischi poco considerati come questo "Winter Of Sin", primo album del combo di Askim. La dimensione sonora è quasi un "crossover" strano per il periodo, la base è un death metal canonico ma le virate in territorio doom, la voce che gratta tendendo quasi al blackish e le melodie che attraversano i brani grazie a una solistica spesso "pulitina" anticipano o sono coincidenti con le intenzioni di molti loro colleghi che sposteranno il tiro fondando quello che poi verrà riconosciuto come il circolo norvegese black metal, tenete conto che il disco in questione è datato originariamente 1992, uno degli anni fondamentali per quel movimento. Le influenze di mostri sacri quali Celtic Frost/Hellhammer sono palesi nel sound tanto che in certi momenti l'approccio ricorda quello dei Darkthrone e Samael agl'albori della carriera e pur non potendo vantare pezzi "capolavoro", "Winter Of Sin" si fa inserire nello stereo con piacere, è una prestazione che ci ricorda quanto fosse genuino e veritiero il modo di porsi all'estremo, privo di artifici e produzioni schifosamente plastificate (sì, la versione è un remastered ma non un plastic-remastered). Il gusto per le melodie si fa vivo in tracce come "The Ancient Gods Wore Black" e "Victory!!!" entrambe supportate da una più che degna qualità atmosferica che ne aumenta il valore, la tracklist cambia di marcia crescendo d'intensità sul finale mettendo a segno colpi più serrati in "Liberation" e "The Commitments That Shattered" e sfruttando primordialità e groove in "As The Sword Clinch The Air" e "A Dogfight Leaves A Trace". Probabilmente a molti non cambierà la vita ciò che queste canzoni proporranno ma contestualizzate nel periodo in cui vennero scritte e la passione che trasudano, il sottoscritto si ritrova catapultato in un tempo nel quale il solo pronunciare la parola death metal in giro faceva venire l'orticaria alla gente e venivi alienato in quanto portatore di male incurabile (un grazie sentito a tutti i bigotti del cazzo), troppo piccolo per comprare dischi in massa ma non per tenere le orecchie aperte ascoltando i consigli dei più grandi (i Novanta non sono anni da buttare come dicono molti, stop al momento maliconia portami via). Per quanto ricordi del disco in prima versione, la produzione era già orientata nel tenere il basso in buona considerazione e questa stampa ha mantenuto tale aspetto (il bassista originale della formazione, Jørgen Skjolden, è purtroppo deceduto nel 2000), punto da non sottovalutare in quanto la profondità fornita ai pezzi gioca a proprio favore. Tirando le somme, per quanto non si parli di un lavoro eccelso da parte dei Fester, "Winter Of Sin" è comunque un platter che per un seguace accanito del mondo death risulterà più che apprezzabile, del resto se molte formazioni di giovincelli che dicono di suonare old school prendessero spunto da queste uscite cosiddette "minori" per comprendere cosa fosse la dedizione allo stile e al metal probabilmente gli scaffali dei negozi e le liste dei vari mailorder verrebbero non dico svuotate ma magari dimezzate dalle troppe oscenità che si vantano di tale marchio. Un tuffo nel passato per rinfrescarsi la memoria in certi casi non fa male. |
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