lunedì 13 dicembre 2010

CHAOS CONSPIRACY - Indie Rock Makes Me Sick


Informazioni
Gruppo: Chaos Conspiracy
Anno: 2010
Etichetta: Alkemist Fanatix
Contatti: www.myspace.com/chaosconspiracyband
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Indie Rock Makes Me Sick
2. Surf And Destroy
3. M.O.V.E.
4. 1816 (The Number Of The Gnome)
5. .........
6. Timebomb For Happy Kids
7. I.O.R. Money
8. .........
9. Noam Is My Copilot
10. Broadway Boogie Woogie
11. 22 Hours In My Huntington Suite

DURATA: 31:56

Chaos Conspiracy: questo monicker già di per sè potrebbe dirla molto lunga sulla proposta di questo disco. "Indie Rock Makes Me Sick" (titolo veramente geniale peraltro) si rivela essere una miscela talmente vasta di stili e di influenze, che sarebbe malriposta follia tentare di sviscerarla completamente. Inizio con il precisare che questo non è un ascolto semplice e da effettuare a cuor leggero, ma è necessario riuscire (o quantomeno provare) a entrare nell'orbita e nell'ottica di chi sta dietro agli strumenti. A proposito: questo è un album del tutto strumentale. Niente scream, nessuno che sbraita rabbia e insofferenza, soltanto musica che avvolge e svolge appieno anche quello che dovrebbe essere il compito della parte vocale.
Le soluzioni adottate in questo disco sono mutevoli, a volte dissonanti, stordenti ma, nonostante le apparenze, nulla è affidato al puro caso. Tutto quanto risulta essere infine quadrato e perfettamente incastonato al suo posto, ogni tessera del mosaico è esattamente dove dovrebbe essere. Personalmente dopo tanti ascolti e dopo averci rimuginato sopra un bel po' sono arrivato a considerare questo album come una dimostrazione in scala ridotta della teoria del Big Bang: dal caos e dalla primordialità si evolve un quadro finito e indipendente, perfetto e che svolge la sua funzione al pieno delle sue possibilità.
Come dicevo sopra credo sia pressochè impossibile fare nomi e influenze perchè sono talmente tante che un ipotetico elenco potrebbe risultare chilometrico. Anche gli stili e i generi combinati assieme sono parecchi: si passa dal post metal della title-track alla migliore tradizione psichedelica di "Timebomb For Happy Kids", dallo space rock di "Surf And Destroy" al post hardcore di "M.O.V.E.", dal trip acido propinato da "1816 (The Number Of The Gnome)" all'ossessivo e disturbante mid-tempo alternativo di "22 Hours In My Huntington Suite". Come se tutto questo non bastasse, il risultante calderone viene ancora spruzzato di jazz e richiami a una formula che potrebbe tranquillamente essere evasa da un disco come l'omonimo debutto dei Korn.
Le prestazioni strumentali offerte dai membri del gruppo sono compatte e precise. La chitarra indiavolata cambia di continuo pelle a seconda dell'occorrenza, mentre il basso è onnipresente e pulsante come un cuore in piena attività, insieme a un drumming che si adatta in completa scioltezza a qualunque necessità imposta.
Questa sorta di bolla musicale in cui vige il "caos ordinato", con i suoi mood oscuri e plumbei, colmi di pesantezza, malinconia e acidità non fa fatica a fare breccia nell'animo dell'ascoltatore attento e sensibile.
Ormai dovrebbe essere scontato dire che la musica italiana di valore è tutt'altro che la hit radiofonica o la canzone di uno stronzo qualsiasi uscito da uno qualunque dei cosiddetti "talent-show"(???). I talenti in Italia sono gruppi come questo, in grado di far emergere sensazioni travolgenti ed estranianti, musicando e plasmando ciò che era stato iniziato da chi li ha preceduti.
"Indie Rock Makes Me Sick" non è un album rivolto alle ovine masse ignoranti, non è così immediato da cogliere (forse anche complice la mancanza assoluta della voce), ma una volta assimilato con la dovuta pazienza, diventerà un problema toglierlo dallo stereo, credetemi. Provatelo, la vera qualità musicale è un dono raro e quando è presente è un gesto criminale lasciarsela scappare!

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute