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lunedì 27 dicembre 2010HYDROGYN - JudgementInformazioni Gruppo: Hydrogyn Anno: 2010 Etichetta: Bad Reputation Contatti: www.myspace.com/hydrogyn - www.hydrogyn.com Autore: Mourning Tracklist 1. Lost Reality 2. Right Thing Now 3. Alone 4. Self Destruct 5. Gold Dust Woman 6. Medicate 7. Big Star 8. Gonna Getcha 9. Too Late 10. Don't Be My Judge 11. Candles Light Your Face (bonus track) 12. King Of Gunndore (bonus track) DURATA: 53:52 Gli Hydrogyn sono una di quelle band che si dividono fra il modernismo più accentuato e i richiami al sound del passato tentando di mantenere intatta la natura heavy che gli appartiene. Ascoltando "Judgement", album uscito quest'anno, è evidente che il temperamento più classico venga a contatto con sonorità che sono debitrici nei confronti di act nu metal come i Disturbed, basterà l'opener "Lost Reality" per rendervene conto e si potrebbe pensare di avere a che fare allora con un disco che giri in una dimensione conosciuta e ripetitiva. La prima lo è di sicuro, i ragazzi non inventano nulla, si propongono con movenze che vanno dal catchy all'aggressivo passando per momenti da ballad, la seconda è assente per la capacità non perfetta ma quanto meno vogliosa di provare a diversificare l'incedere del platter innestando soluzioni hard'n'heavy e al limite col rock più puro, è così che ci vengono incontro hit da classifica come "Right Thing Now" e "Alone" in cui la voce di Julie diviene accattivante e suadente. La fruibilità di queste due canzoni è altamente commerciale, non per questo i brani non sono validi, al contrario potrebbero essere sfruttati come ottimi ganci-traino per il mercato. Con "Self Destruct" i toni vengono rialzati. la traccia è più minacciosa e pesante rispetto alle precedenti con una vena Black Label Society che non si nasconde, anticipa una discreta cover di "Gold Dust Woman" dei Fletwood Mac e l'hard rock è ancora vivo e pulsante nella successiva "Medicate". E' poi con l'accoppiata "Big Star" (da sottolineare la presenza del signor Doug Pinnick dei King's X) e "Gonna Getcha" che gli Hydrogyn srotolano per l'ennesima volta il tappeto rosso a favore di un approccio volutamente easy listening. Le canzoni poste in coda non aggiungono o tolgono nulla ad un "Judgement" che scivola via, fresco e divertente, assestando con "Don't Be My Judge" anche la botta finale grazie alla ballad lenta e intima che non poteva mancare per chiudere il cerchio, morbida, delicata, adatta come semplice compagnia nei momenti in cui si ha bisogno di qualcosa di meno metallico. Finiti i dieci episodi ufficiali del disco, è il turno delle due bonus track "Candles Light Your Face" e "King Of Gunndore" con la prima decisamente più interessante ma indirizzata principalmente a un pubblico orientato verso il materiale meno metal addicted, una semi- ballad intrigante e ben eseguita. Strumentalmente la formazione è in forma smagliante, le composizioni sono di buon livello anche se manca un assetto definito, gli Hydrogyn rendono davvero tanto e bene quando sfornano pezzi melodici e quasi sfrontati nell'attuare soluzioni dal piglio elementare perdendo invece smalto quando spingono, mancando quelle dinamiche e queòla prestanza che permetta di far breccia, sembra che lo spirito venga forzato e non fluisca per questo naturalmente ed è un peccato dato che sono supportati in tutto e per tutto da una produzione pulita ad opera di Michael Wagner (Ozzy, Metallica) praticamente perfetta. Band dalle grandi potenzialità, sta ancora sviluppando e affinando le proprie armi ma dimostra di avere le carte in regola per farsi apprezzare, se vi piace l'hard'n'heavy un bel giro nel vostro stereo "Judgement" dovrebbe farselo. |
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