lunedì 6 dicembre 2010

VIETAH - Smalisty Zah


Informazioni
Gruppo: Vietah
Anno: 2010
Etichetta: Stygian Crypt
Contatti: www.vietah.com
Autore: Mourning

Tracklist
1. Zmjarcvielyja Krajavidy Praz Smaljany Pozirk Krumkacha
2. Smalisty Žah
3. Pavolny Paljot Pa-nad Ljasnym Kurganom
4. Vosienskija Spadarožniki U Nocz
5. Zdzjajsniennie
6. Paslja Paunocznaja Ciszynja
7. Kvintesiencyja (Quintessence) (Darkthrone cover)

DURATA: 58:09

I Vietah sono la one man band del musicista bielorusso Antartics, il progetto presenta un ambient-black metal di chiara matrice Burzum, come per tanti altri prodotti in giro di tale tipo la prima domanda che mi son posto è stata: varrà la pena ascoltarlo?
C'è troppa gente che erroneamente si è convinta del fatto che con due accordi ripetuti per cinquemila volte o una Bontempi suonata alla cazzo e un paio di dissonanze si possano evocare emozioni nello stesso modo in cui Varg riusciva effettivamente a fare, non conosco le reazioni di molti ma il sottoscritto di rotture di palle denominate come depressive o ambient black negli ultimi due o tre anni ne ha ascoltate parecchie, soprattutto "grazie" a consigli di gente che parla come se un neo-Burzy sbucasse da dietro l'angolo ogni venti secondi.
Una chance non la si nega a nessuno quindi perché non darla anche al secondo lavoro di quest'artista?
"Smalisty Zah" in effetti mi ha sorpreso, nulla di trascendentale o che mi abbia fatto urlare al miracolo in terra, è però evidente che la lezione del norvegese sia stata appressa seguendo alla lettera i canoni impostati nei tempi che fecero del black un genere rivoluzionario, è infatti lo stile "Filosofem" a tener ben salde le redini della sorte che convoglia all'interno dei quasi sessanti minuti di disco una buona prestazione sia dal punto di vista del riffing, sia da quello atmosferico.
Per quanto ci sia una palese riproposizione di cliché e di esecuzioni che vivono di cicli costanti, le tracce scorrono abbastanza bene grazie anche alla bravura nell'accompagnarle con dei synth calibrati e anch'essi debitori sino all'osso alla struttura eterea a cui il Vikerness diede le basi.
L'uso della voce e la produzione sono le due caratteristiche che più si discostano dalla natura classica di questo sottogenere, la prima tende infatti più a un growl ringhiato che a uno scream, in questi giorni talmente strabusato e del quale manca solamente (o quanto meno spero non vi sia) la versione suoneria da cellulare, la seconda invece è forse leggermente troppo pulitina rispetto agli standard di un processo angosciante e depressivo (anche se è una vita che mi chiedo se sarò il solo che non si deprime con Burzum e percepisce altro in tale dilaniante incedere?).
La chicca finale, se così la si vuol definire, è una cover di "Quintessence" brano storico del duo Fenriz-Nocturno Culto estratta da "Panzerfaust" e il cui testo venne composto proprio dal Conte Grishnack, solo che la versione in questione è in primis in bielorusso e la musica sembra quella di un altro pezzo che non ha la stessa efficacia né il fervore oscuro che l'originale emanava.
In linea di massima ci troviamo dinanzi quindi a un lavoro, "Smalisty Zah", che pur essendo discreto e sicuramente fra le reinterpretrazioni burzummiane una di quelle che si può ritenere degna, potrà comunque intrigare non solo i devoti ascoltatori ossessivo compulsivi di tali sonorità e se sound e potenziale ci sono, il carisma e la personalità del personaggio sono difficili da eguagliare.
Piccolo valore aggiunto è l'artwork curato dal signor Christoph Ziegler in arte Vinterriket.
Antartics potrà nonostante ciò ritenersi soddisfatto, lo scetticismo iniziale è stato in parte lenito dalla soddisfacente resa del platter, magari altri come me riusciranno col tempo ad apprezzare l'album, considerate quindi la possibilità di dedicargli un po' del vostro tempo.

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