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lunedì 17 maggio 2010DIATHRA - My Endless SorrowInformazioni Gruppo: Diathra Anno: 2008 Etichetta: Stygian Crypt Autore: Mourning Tracklist 1. Autumn 2. How Many Times 3. Dreams Of Fire 4. My Autumnal Images 5. I Feel... 6. Mysterious Season 7. I Am Sorry 8. My Universe 9. The Light Of The Diamond Theatre 10. Willow DURATA: 49:07 La Russia, il doom e le sue varie sfaccettature siano esse Funeral, Gothic o Death sembrano avere un legame solido quanto prolifico, in questi ultimi anni il proliferare della scena nazionale seppur con alti e bassi c'ha regalato non poche realtà e dischi piacevoli. I Diathra appartengono a questa fetta di mercato e stile di sound o meglio si collocano con il loro secondo album "My Endless Sorrow", partorito a sei anni di distanza dal debut "Wistful Autumn Dance", nel filone mainstream dei fronted female act. Cos'hanno di diverso rispetto a gente che ha segnato il territorio impossessandosene come Within Temptation, Tristania, Epica, i Nightwish (che onestamente mi chiedo ancora cos'abbiano di goth ma le label li venderebbero pure per grind se tirassero) o nuove leve come i Delain? In pratica la differenza non è molta, se non che punti a favore della formazione "sovietica" sono la mancanza di quella sinfonica orchestrazione e quell'attinenza heavy/power forzata e costruita che troppi act fanno passare per qualcosa che non è. I brani sono scarni, essenziali, sfruttano la bella e delicata voce di Marina Volovik, il riffing danza tra richiami hardrock e quel goth di stampo malinconico (e anche in questo caso mi chiedo è di gothic che si parla?) che le note del piano, spesso utilizzato per accentuarlo, abbellisce, fraseggi corposi ma schietti uniti a una leggerezza frivola talmente catchy d'esser degni della ribalta commerciale ma non per sminuirne il valore più che discreto. Se avessero avuto la possibilità di far girare sul circuito Mtv "How Many Times", come avvenne per i nostrani Lacuna Coil quando ancora i nostri connazionali avevano una parvenza decente e legata al mondo metal, i ragazzi avrebbero potuto tranquillamente dire la loro. Il disco vanta anche parti adrenaliniche come la divagazione strumentale che prende piede nella fase centrale di "My Autumnal Images", servono a dare spinta a un platter che fa della sua vistosa normalità l'arma più consona da sfruttare. Niente donne strette in corpetti che aumentano di quattro misure i seni, niente ghirigori e arzigogolamenti a palla da farle girare sul serio facendo venir voglia di usare il cd per il tiro al piattello, i Diathra si concentrano sull'essenziale: atmosfere leggermente dolciastre e l'animo di stampo rock a farla da padrone, come dimostrano una "Mysterious Season" vibrante e dall'incedere incalzante e anche se più metallicamente impostata una buona "The Light Of The Diamond Theatre". Le parti che più si avvicinano allo stile ultimo del filone "modelle del metal in nero andante" tendono ad affievolirne la qualità della prestazione scadendo nel già sentito, punto da cui seppur difficilmente devono trovare distacco per rimanere a galla in un mare strabordante di band e pseudo tali che infestano il genere. Una "My Universe" o "Dreams Of Fire" si fanno apprezzare non poco evitando magari la vocalità growl soffocata che poco s'incastra nel contesto generale di "Endless Sorrow". Un album che mette in mostra un materiale posto al bivio fra la maturità d'acchiappare al volo e il deja vù continuo, le doti non mancano tocca almeno provare ad aprire una strada che sia il più possibile personale o quantomeno alternativa alle già battute e ribattute. Ripartano quindi dall'armonia e la genuinità del pezzo stella di questo "Endless Sorrow", "How Many Times" e ne traggano le conclusioni ispirative per la prossima esplorazione dedita al mondo musicale che amano. |
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