Informazioni
Gruppo: Auroch
Anno: 2010
Etichetta: Self Released
Autore: Mourning
Tracklist
1. Stranger Aeons
2. Acolyte
3. Y'ha-Nthlei
4. Osiris
5. Within Human
6. Dregs Of Sanity
7. Black Art Ritual
8. Avatar
9. Obsidian Legacy
10. Haunter Of Darkness
11. Death May Die
DURATA: 48:00
Vengono da Vancouver, seppur attivi da soli due anni si son dati parecchio da fare gli Auroch. La band canadese in questo biennio ha rilasciato due demo e altrettanti ep che hanno reso fertile il terreno per l'uscita del primo album "Stranger Aeons".
Il quintetto si cimenta in uno stile ricco di sfaccettature e che ha uno sviluppo ad ampio raggio abbracciando più generi, troverete all'interno del disco la rabbia del death, l'esplosività del thrash e melodie di presa di richiamo power.
Una marmitta che ribolle pronta a esplodere e di certo le potenzialità in seno alla formazione non mancano, la maggior parte del materiale in scaletta faceva già parte delle precedenti uscite, ora rigenerato a nuova vita per il full.
Si nota la buona coesione delle sei corde Seb Montesi/Ozz, capaci sia di affettare a più riprese sia di dedicarsi ad assoli interessanti e curati quando chiamate in causa alternatamente in fase solistica.
La spinta, fornita dalle basi che Aron Winrob al basso e Sol Kauffman impostano per dare profondità al lavoro di guitarworking, gode di buona dinamica e pesta quando se ne sente l'esigenza evitando di strafare.
La ciliegina sulla torta è la prestazione vocale di Cuillen Sander che si destreggia fra pulito, growl e graffiato thrashy, questultimo non privo di pecca soprattutto quando scende di nota e per il quale c'è ancora da registrare il timbro che tende a risultare poco incisivo, anche se mette in mostra carisma e personalità accattivandosi l'ascoltatore con passaggi catchy e improvvisi cambi di tonalità ben eseguiti.
I quasi cinquanta minuti di "Stranger Aeons" sono un continuo sali e scendi di sensazioni, un saltare da un genere all'altro senza schema ma eseguito con gusto e una collocazione d'incastri e variazioni di tempo al posto giusto che fanno di tracce come "Alcolyte", "Dregs Of Sanity", "Black Art Ritual" e "Obsidian Legacy" degli esempi di metal retrò che, vantando una produzione pulitina, risultano efficaci e sono capaci di sferrare colpi ben assestati.
L'urlo iniziale di "Osiris" mi ha fatto tornare indietro di parecchi anni ricordandomi l'Araya dei tempi migliori, successivamente nel pezzo l'ombra di Chuck Billy e dei Testament diviene presente a più riprese, soprattutto nelle linee vocali eseguite da Cuillen, il fattore derivatività aleggia sulle composizioni ma non si pone come un fardello pesante.
Se di pregi l'album ne ha parecchi, c'è anche da far notare che avendo tanta carne al fuoco capita anche di trovare qualche fraseggio non proprio centrato come in "Within Human" che possiede un andare altalenante e un chorus leggermente piatto rispetto all'incedere di una canzone che si fregia di un sound quasi orientaleggiante/orecchiabile e che solo dalla parte centrale al finire rialza la testa.
Molte luci e poche ombre per questo primo platter dei canadesi, c'è sicuramente la possibilità da parte dei ragazzi di maturare ancora, curare maggiormente l'arrangiamento e sviluppare nuove soluzioni.
Non è un disco di facile impatto "Stranger Aeons", prima di trovare una personale quadratura dovrete ascoltarlo più e più volte, gli inserti melodici potrebbero infastidire gli amanti dell'estremo in genere ma bypassando un attimo questo limite e dedicando un po' di tempo alla musica degli Auroch potreste rimanerne piacevolmente presi.
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